Il progetto è stato incentrato sul recupero attento e la conservazione degli elementi strutturali antichi: travi a vista risalenti al ‘400, valorizzazione delle poche aperture esistenti affacciate sull’incantevole vista delle mura etrusche e della chiesa di Raffaello, pavimento in tavole di legno e librerie sospese come quinte per garantire il filtro alla luce naturale.

Grazie anche al sapiente lavoro di artigiani locali esperti, il risultato finale è stato di grande qualità: le immense travi portanti sono state bonificate da chi, con particolare competenza, aveva già lavorato alle travi della Basilica di Assisi. “Padroni di casa” illuminati hanno lasciato libertà progettuale e preziosi suggerimenti. Come scriveva Mies Van De Rohe “è il committente intelligente a fare la fortuna dell’architetto”…innescando quell processo di comunicazione e scambio che è alla base di un lavoro e di un risultato gratificante.

Nella zona giorno, cucina, ingresso e soggiorno dialogano tra loro, restituendo la sensazione di un unico grande spazio arioso ed articolato, pur mantenendo ognuno di essi uno specifico ambiente dedicato e funzionalmente separato.
Le declinazioni cromatiche del beige, grigio e delle tonalità della terra si armonizzano con mobili d’epoca impero, arredi total white e pezzi di design contemporaneo. Il balcone coperto anni ‘50 si trasforma in una serra metropolitana, dove Fabio il Giardiniere fa ruotare le stagioni, con la sua consueta armonia.

Lo spazio esistente era costituito da due ambienti, entrambe con affaccio sul cortile interno di una tipica casa di ringhiera dei primi del ‘900. Il primo riservato alla cucina/living, il secondo destinato alla zona notte:l’idea di far sparire il letto con un colpo di bacchetta magica è nata da subito, pensando ad una lignea scala che conduce alla zona notte, sitemata ad hoc su un soppalco.

Il progetto ha voluto ottimizzare al massimo l’esiguo spazio disponibile e la poca luminosità. Liberando la casa, il più possibile, dall’ingombro dell’arredo, si è cercato, nonostante la piccola superficie disponibile, di dotare gli ambienti di un uso differenziato delle funzioni in modo da rendere lo spazio maggiormente flessibile e adatto alle differenti esigenze quotidiane. Il bianco delle travi dei soffitti e degli arredi sono i veri protagonisti del progetto e, oltre a contribuire a rendere il soggiorno più luminoso, creano, nello stesso tempo, effetti di luce che si interpretano come elementi essenziali della struttura architettonica.

L’ esigenza della committenza era quella di avere uno studio con una nuova spazialità , contemporanea. Una nuova distribuzione degli spazi, nel rispetto del progetto originario e la nuova illuminazione hanno poi dato ai locali la giusta fluidità necessaria ad uno studio professionale. Il restauro del pavimento in legno dona un’immagine domestica all’intervento, che si pone in contrasto con i punti luminosi a soffitto e l’uso di colori come il bianco, il grigio scuro ed il bordeaux, che caratterizza la sala conferenze.

Partendo dal briefing molto dettagliato con i committenti, è stato elaborato un progetto che sviluppasse il loro modo di interpretare i dettagli architettonici, l’arredo… il vissuto della casa, insomma, usando materiali e colori come lettere di un alfabeto. All’ingresso, un lungo corridoio che si estende fino alla zona living, una cucina a vista, essenziale, ed un bagno, concepito con uno stile autonomo, completamente rivestito con tessere usate nella metropolitana newyorkese, e caratterizzato da una mini-piscina. A prevalere è lo stile “total white” delle pareti e dell’arredo, contrastato dal cromatismo del parquet dell’epoca anni ‘20.

La finalità del progetto è stata quella di trovare dei motivi ricorrenti, che avrebbero potuto essere utilizzati nelle differenti filiali, così diverse una dall’altra, come elementi di riconoscibilità. Tre i dati di progetto imposti dalla committenza come punti fermi:
1. Attenzione massima agli impianti tecnologici;
2. Rispetto del budget finanziario;
3. Attenzione alla modularità degli arredi, in tutte le sedi.

I criteri progettuali, che accomunano le varie sedi, dislocate in palazzi storici di pregio nel centro delle città, sono la realizzazione di un impianto distributivo chiaro e lineare, piccole sale riunioni riservate, qualità delle luci e delle sedute sia negli spazi dedicati ai clienti sia in quelli riservati ai funzionari , senza distinzione di colori e modelli: molta riservatezza nelle partizioni interne e trasparenza nelle parti comuni; pavimenti in legno ed illuminazione indiretta a luce calda producono un ambiente visivamente domestico; la scelta di un arredamento dal disegno semplice, contribuisce ad ottenere un paesaggio quieto, che riesce ad accompagnare una giornata di lavoro.

L’intero appartamento è caratterizzato dalla purezza delle forme e dalla sobrietà, ma gli ambienti vengono riscaldati mediante l’uso sapiente del legno. La scala a sbalzo, come una spina dorsale che collega la zona giorno del piano terra alla zona notte del primo piano, diventa il punto nevralgico del progetto attorno alla quale ruotano tutti gli ambienti che interagiscono tra di loro. La cucina, connessa con il soggiorno attraverso una libreria che funge da quinta di separazione con il resto dell’appartamento, è caratterizzata dalla sobrietà e dall’essenzialità delle linee. L’appartamento in generale è pervaso da una luce calda e accogliente, sia essa naturale o artificiale, che si diffonde nei diversi ambiti spaziali nettamente definiti dalle diverse esigenze funzionali. Il programma funzionale è quello di creare uno spazio adatto ad un uomo in carriera dove la possibilità di rilassarsi deve essere coniugata alla possibilità di ricevere ospiti in un ambiente congeniale ad una committenza colta, attenta alle nuove tendenze ed ai cambiamenti del vivere in città.

L’obiettivo principale del progetto è stato quello di valorizzare la luce naturale data dalle ampie finestrature esistenti affacciate alla ringhiera, andando a creare un ambiente living aperto e utilizzando una quinta di separazione tra il soggiorno e l’area cucina che ne garantisse la funzionalità ma non ne compromettesse la luminosità. Gli arredi semplici, le pareti chiare, alternate al caldo del parquet in rovere invecchiato, creano un ambiente luminoso, rilassante, accogliente. L’alternanza bianco-legno è il leitmotiv che pervade tutta la casa e che contribuisce a dare un sapore “nordico” a questo intervento.

Il volume della residenza risulta compatto e la struttura risulta integrata con il territorio e la naturalità del paesaggio, in aderenza con la tradizione costruttiva del luogo. Particolarmente apprezzabili sono le camere, con uno stile minimalista e con abbondante impiego del legno che conferisce alla struttura una luminosità particolare ed un calore domestico. Cuore della casa, lo spazio giorno, ha grandi divani e sedute che permettono a chi la vive di godere dell'intero spazio e delle viste mozzafiato dalle ampie finestre che si affacciano sul verde e sulle montagne che circondano la casa.

Nel cuore del centro storico, a pochi passi dalla Scala di Milano, si trova la sede dell’antico Circolo Filologico Milanese: un luogo affascinante dove storia e contemporaneità si incrociano. Il lato ovest, denominato Palazzina Trotti è stato totalmente ristrutturato fin dalle fondamenta per dare spazio ad un’opera di architettura che mettesse a nudo la struttura in putrelle di ferro che le ferite dell’ultima Guerra avevano reso necessarie per la solidità dell’edificio. E’ nata così un’architettura fatta di trasparenze, grandi finestre in ferro antico, di pieni e di vuoti, che hanno permesso di recuperare altezze e volumi nascosti. Un progetto modernissimo destinato ad una Banca d’affari lungimirante che ha investito sapientemente, sanando un manufatto degradato dal tempo. I masterpieces di Saarineen e degli Eames utilizzati nell’arredo e la sapiente Illuminazione progettata da Marco Pollice hanno fatto il resto.